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bruno, 128, 11 x 15 cm
Questo studio pone l’Africa e la città di Durban al centro di un progetto per ricollegare i percorsi interrotti della modernità e dell’emancipazione delle persone. Una singolare riflessione su architettura e spazi che intrecciano questioni contemporanee e narrazioni distopiche. Il futuro viaggerà nelle città ma il rischio è che si fermi nelle loro anticamere, piene di porte chiuse, dove qualcuno ha spento la luce. E che interrompendo il viaggio tutti rimangano bloccati a calpestare i piedi dell’altro, finché tutto l’ossigeno non finirà. Le immagini del nostro passato sembrano essere anche le immagini del nostro futuro. Immagini di grandi folle che viaggiano per terra e per mare accompagnate dal costante pericolo di affondare. Forse è arrivato il momento di strappare il futuro da questo loop temporale e dargli una direzione, ricollegando il percorso interrotto del progetto di modernità con il bisogno di emancipazione da cui è nato. E perché non iniziare il tutto dall’Africa dove il primo homo sapiens ha deciso di trasferirsi 100.000 anni fa. Il libro si divide in due parti: la prima in sette brevi saggi, la seconda in sette racconti per non far dormire la città e con lei che contribuisce a co-produrre i suoi spazi e la sua architettura, senza eccezioni.